“Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens…”. La storia di santa Cecilia si interseca con il mondo della musica e dei maestosi organi grazie a queste parole che negli antifonari dell’Ufficio proprio della festa della santa venivano declamate per ricordare la storia della martire. È proprio a causa di un’imprecisione nella traduzione dal latino che si diffonde l’immagine di Cecilia che, mentre si prepara per le sue nozze, canta a Dio accompagnata dalla melodia dell’organo. È necessario far chiarezza fra la storia di Cecilia, le fonti e il contesto culturale della Roma del III secolo dopo Cristo per riuscire a comprendere come la tradizione musicale e la figura della santa ancora oggi siano particolarmente legate fra loro.
La vita di Cecilia si delinea entro una Roma in cui già si respira il culto cristiano ancora però minacciato dai tribunali pagani che mantengono alto il controllo del culto e di coloro che professano apertamente la fede a Dio Padre. Gli Atti del martirio (trascritti entro la fine del V secolo) raccontano la vita di Cecilia inserendo una serie di informazioni che molto si assomigliano con le storie delle sante Agata, Lucia e Caterina d’Alessandria. Il cliché della giovane di nobile famiglia promessa sposa ad un uomo pagano è rispettato anche nella storia di Cecilia che, come le altre sante, fanno voto di castità e fedeltà a Dio in segreto. La sera delle nozze con Valeriano, Cecilia decide di rivelare il suo credo al novello sposo esplicitando anche la promessa di verginità fatta a Dio....


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Elena Poli

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