del “Made in... Cremona”
giocando la carta Crit?
Nel mondo digitale dei videogiochi sia per console che per smartphone e PC il mercato internazionale si può dire ruoti attorno ad un gruppo di 25 società il cui fatturato annuo, la stima è al settembre 2018, è dell’ordine di 80 miliardi di dollari. Capolista della classifica risulta essere la cinese Tencent, con 15 miliardi di dollari, partner di rilievo di altre compagnie del gaming quali l’Epic Games, Riot Games, Supercell e distributrice di titoli conosciuti come PUBG (PlayerUnKnown’s Battlegrounds) tipici giochi d’azione, mentre al penultimo ed ultimo posto troviamo le giapponesi SEGA e Perfect World con 600 milioni di dollari ciascuna. Il resto delle altre ventidue aziende comprende nomi come Sony, Apple, Microsoft, Google, Activision Blizzard, Electronic Arts, Nintendo, Bandai Namco, Square Enix, Ubisoft, alcune delle quali quotate anche in borsa. È dunque con questa realtà distribuita principalmente fra Stati Uniti, da una parte, e Giappone, dall’altra, salvo qualche eccezione di imprese con sede in Cina, Corea del Sud, Francia, Australia, Danimarca che l’industria dei videogiochi italiana deve confrontarsi e cercare di spendere il meglio di sé per potersi ritagliare un proprio spazio commerciale anche al di là dei confini nazionali.
L’occasione per fare il punto della situazione nel nostro paese è stata offerta dall’AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani) che ha presentato a Roma durante il Games Industry day il quarto Censimento dei Game Developer italiani. Il lavoro di indagine, svolto attraverso la compilazione di uno specifico questionario, si è avvalso del CRIET, Centro di Ricerca Interuniversitario in Economia del Territorio dell’Università Milano-Bicocca. I risultati, comparati con quelli delle precedenti campagne di rilevazione (2011-2014-2016), delineano una situazione complessivamente in via di “consolidamento”, ma con ancora alcuni elementi di criticità nonostante il numero degli addetti sia salito a 1.100 unità con un incremento del 10% rispetto a due anni prima.
Si tratta di una realtà fatta essenzialmente da micro imprese la cui forma societaria nel 61% dei casi è una SRL o una SRLS: il l 35% conta su una forza lavoro di solo 2 addetti, mentre il 47% ha tra i 3 e i 10 addetti e solo il 7% impiega più di 20 persone. Inoltre il 17% degli studi dà lavoro a oltre 11...
LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SULL'EDIZIONE DI MONDO PADANO IN EDICOLA FINO A GIOVEDI 6 GIUGNO, OPPURE ABBONANDOTI SU WWW.MONDOPADANO.IT
© Riproduzione riservata
Notizie Correlate
-
25/09/19Segue »
Artigiani pronti alla sfida digitale
L'evento - Presso la “Summer School” di Confartigianato è protagonista il nuovo mondo informatico: «Ben venga l’intelligenza artificiale, ma nessun robot potrà mai sostituire l’uomo»
- Segue »
-
11/04/25 17:27Segue »
Intenso lavoro progettuale degli studenti
Nell’Aula Magna dell’Università Cattolica le premiazioni della quarta edizione del premio "Luigi Masserini" - Segue »
-
11/04/25 17:20Segue »
AI: beneficiamone, non subiamola
Bubani all'evento organizzato dall’Unione Giovani Dottori Commercialisti: «La progressione è quasi quotidiana. Dobbiamo essere noi a guidare lo strumento» -
30/01/25 22:30Segue »
Web e minori, quei pericoli da conoscere
Una guida pratica per i genitori e gli insegnanti ai rischi connessi all'uso di Internet e dei Social da parte dei giovani. In abbinata a Mondo Padano in edicola fino al 6 febbraio: tutto quello che c’è da sapere su social, dipendenza dalla rete, cyberbullismo, perdita di privacy.
IN ALLEGATO LA GUIDA COMPLETA "INTERNET E MINORI" -
11/04/25 17:11Segue »
Giornalista al fronte... per caso
"GIOvedì GIOrnalismo GIOvani", l’intervento di Angelo Macchiavello, inviato di guerra: «Solo uno stupido non prova paura»
Accedi e sfoglia la tua copia online di Mondo Padano.
Non sei ancora abbonato? Clicca qui per conoscere tutte le offerte in abbonamento.
Registrati subito e acquista la tua copia digitale dell'assetto settimanale.