Sessanta domande in cento minuti per decidere cosa fare da grandi. Dopo il grande scoglio della maturità, chi sceglie di continuare gli studi spesso e volentieri deve tornare sui libri per prepararsi ai test di ammissione universitaria, richiesti dal 57,3 per cento delle facoltà italiane. Un’impasse che non scoraggia gli studenti, disposti a tentare anche più prove a seconda delle proprie attitudini pur di non rimanere esclusi. Per dare un’idea del fenomeno, nel 2013 gli aspiranti veterinari sono stati 10.812 per 832 posti, mentre alla prova di Architettura si sono presentati in 19.580 per 8.787 accessi. Medicina e Odontoiatria va per la maggiore: quest’anno, solo nelle università statali, ha totalizzato 84.165 iscritti alle prove di accesso (20 mila in più rispetto all’anno scorso) per 10.771 posti disponibili. Uno su sette ce la fa, è il caso di dirlo; chi non riesce ad accedere al primo colpo ripiega su indirizzi paralleli come biotecnologie mediche, scienze farmaceutiche o scienze infermieristiche, con l’obiettivo di riprovarci l’anno successivo. Così è stato per Alberto Comassi, diplomato al liceo tecnologico Galilei di Crema, che sogna di fare il medico e specializzarsi in anestesia o geriatria. Per prepararsi ha utilizzato i classici Alpha Test, manuali ed eserciziari consigliati dalle rispettive facoltà in abbinamento a corsi di preparazione. La prima parte della prova si basa su domande di cultura generale e logica, seguita da sezioni specifiche a seconda del corso scelto, che spaziano da biologia e chimica per il campo biomedico a fisica e matematica per architettura. Spesso però l’impegno e una buona preparazione scolastica non bastano per superare i test: che si tratti di “vero o falso” o risposte a scelta multipla, a mettere in difficoltà gli studenti volenterosi non sono i contenuti, bensì il metodo. «La scuola superiore mi ha dato le conoscenze per affrontare i test – afferma lo studente - Il vero problema sono state le tempistiche di preparazione, l’inevitabile tensione e la tipologia di domande». L’importante è non arrendersi, ma come ogni anno sorgono dubbi sull’adeguatezza delle prove destinate a scremare il mare magnum di aspiranti matricole.
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