A gennaio parte Erasmus+, il nuovo programma per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport, approvato questa settimana dal Parlamento europeo. Il testo passerà ora in Consiglio che completerà l'iter legislativo. L'iniziativa, della durata di sette anni, potrà basarsi su un fondo di 14,7 miliardi di euro, con un incremento del 40% rispetto ai livelli attuali. Più di 4 milioni di ragazzi riceveranno un sostegno per studiare, formarsi, lavorare o fare attività di volontariato all'estero.
L'approvazione di Erasmus+ dimostra l'impegno dell'UE nei confronti dell'istruzione e della formazione, contribuendo in modo decisivo alla lotta contro la disoccupazione, come ha affermato Androulla Vassiliou, Commissario responsabile dell'Istruzione.
La nuova iniziativa sostituisce i diversi programmi che attualmente coprono tutti i settori dell'istruzione: Erasmus, (istruzione superiore), Leonardo da Vinci, (istruzione professionale), Comenius, (istruzione scolastica), Grundtvig, (educazione degli adulti), Gioventù in azione e cinque programmi di cooperazione internazionale (Erasmus Mundus, Tempus, Alfa, Edulink e il programma di cooperazione con i paesi industrializzati). Per la prima volta Erasmus+ offrirà anche un sostegno allo sport, soprattutto allo sport di base.
In un momento in cui l'Ue è divisa tra un allarme disoccupazione che conta quasi 6 milioni di giovani, con livelli che in Spagna e in Grecia superano il 50% e tra 2 milioni di posti vacanti, a causa di datori sempre più in difficoltà a reperire determinate competenze, Erasmus+ vuole contribuire a dare una risposta. Aiuta i giovani ad arricchire le proprie conoscenze, fornisce la padronanza di una lingua straniera, insegna a lavorare con persone di nazionalità e culture diverse, crea mobilità.
Ed è proprio la mobilità la soluzione sia alla crescente crisi del lavoro che alla crescente domanda in alcuni settori. Solo un ricco network di studenti pronti a formarsi all'estero potrà un domani tradursi in una rete di persone propense a lavorare e a vivere fuori dai confini nazionali. Investire nell'istruzione e nella formazione giovanile è quindi la chiave per sprigionare le potenzialità.
Le borse di Erasmus+ saranno mirate su esigenze specifiche, come ad esempio il costo della vita nel paese di destinazione e offriranno maggiore sostegno agli studenti provenienti da contesti meno avvantaggiati nonché agli studenti con disabilità o provenienti da regioni periferiche.
Gli Stati membri dell'UE sono automaticamente parte di Erasmus+ e insieme a questi possono partecipare al programma anche i paesi in via di adesione e i paesi candidati, i paesi membri dell'Associazione europea di libero scambio (EFTA), quelli che hanno sottoscritto l'Accordo dello Spazio economico europeo (SEE), la Confederazione elvetica e i paesi che rientrano nella politica europea di vicinato, a condizione che abbiano firmato un accordo specifico.
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