Giulia Verdelli, studentessa cremonese all’ultimo anno di Medicina all’Università di Brescia, è una veterana del concorso per la borsa di studio che la LILT di Cremona organizza da otto anni in memoria del medico cremonese Vanni Adami. Quella di quest’anno è, infatti, la sua terza partecipazione.
Che cosa l’ha spinta a ripresentare la domanda?
«È una bella opportunità messa a disposizione dalla famiglia del Dottor Adami e quindi ho pensato fosse giusto non lasciarla cadere, anche per dare valore a quello che negli anni scorsi mi è stato trasmesso in seguito alle mie partecipazioni».
Qual è il bilancio di quest’anno universitario?
«E’ stato impegnativo perché, arrivando verso la fine, non si vede l’ora di cambiare la routine giornaliera degli impegni, pur sapendo che il post laurea sarà altrettanto impegnativo e che l’università non fornisce tutti gli strumenti per approcciare il paziente a 360 gradi, che è ciò che viene richiesto a un medico. È difficile calare la teoria nella pratica della professione, ma per fortuna mentre si compiono i primi passi della professione, si è affiancati, soprattutto se si sceglie bene».
Dove pensa di frequentare la specialistica in chirurgia?
«Vorrei rimanere a Brescia, perché mi sono trovata bene, ma non escludo altre possibilità anche perché dovrò affrontare un test nazionale e bisognerà vedere dove sarò collocata in base al punteggio. Diciamo che l’unica certezza per ora è la scelta della disciplina che darà continuità al mio internato di due anni svolto presso l’UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Cremona».
Se dovesse decidere oggi la facoltà universitaria, rifarebbe la stessa scelta?
«Assolutamente, magari con più consapevolezza del fatto che bisogna esser molto bravi a bilanciare la vita universitaria con la sfera privata, altrimenti si rischia di farsi assorbire perdendo di vista il fatto che nella vita esiste anche altro, oltre agli studi e al lavoro».
Nell’intervista del novembre 2023, a proposito dei problemi della sanità in Italia, affermò “non si stanziano fondi sufficienti.” Si sente di commentare gli undici miliardi in più al fondo sanitario in tre anni contenuti nella (...)
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