L’arrivo della pandemia da Covid-19 nel 2020 ha stravolto la vita di tanti studenti, costringendoli ad adattarsi a una realtà scolastica completamente nuova. Tra didattica a distanza, esami modificati e un drastico cambiamento della socialità, chi ha vissuto la maturità in quel periodo ha affrontato un’esperienza senza precedenti, seguita poi da un ingresso nell’università altrettanto complesso. In questa intervista, raccogliamo la testimonianza di Valentina Volpe, 23 anni, ex studentessa dell’Anguissola e oggi laureata in Scienze della Comunicazione, che ha vissuto quel momento in prima persona.
Si è trovata a casa da scuola da un giorno all’altro. Come ha vissuto l’ultimo anno di liceo? Quali sono state le principali difficoltà?
«L’ultimo anno è stato sicuramente strano, è l’unico aggettivo che mi viene in mente per definire quel periodo. Da un giorno all’altro, mi sono ritrovata a casa, addirittura senza alcuni libri perché, nella quotidianità, ero solita a lasciarli in classe. Per fortuna, devo dire che la mia scuola si è attivata in fretta con la didattica a distanza e siamo riusciti a fare lezione sin da subito. Le principali difficoltà sono state, in primo luogo, mantenere la concentrazione e la motivazione: quando sei in un ambiente familiare senza alcuno stimolo, diventa difficile stare attenti; e poi, sicuramente, anche la gestione delle verifiche e delle interrogazioni non è stata semplice. C’è stata una necessità da parte dei professori a doversi fidare di noi, di ciò che facevamo e dicevamo; e, da parte nostra, abbiamo dovuto dimostrare loro il nostro impegno. Online è difficile risultare veritieri. Inoltre, ho ritenuto penalizzante anche la modalità con cui si è svolto l’esame: se tradizionalmente per italiano lo studente è libero di scegliere tra il tema e il testo letterario, a noi la scelta è stata negata». (...)
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