Luca Burgazzi, assessore alla Cultura del Comune di Cremona, crede fino in fondo nelle potenzialità del suo settore di pertinenza. Non solo per dovere istituzionale. «Ormai tutti i dati dicono che, in provincia, attraverso la cultura si genera un elemento di sviluppo, pure economico, imprescindibile, soprattutto rispetto ai risvolti che può avere nei settori affini, legati all’accoglienza ed al turismo», afferma.
Che bilancio tracciare di quanto fatto e che prospettive apre quanto resta da fare?
«Bilancio positivo, noi siamo riusciti nel giro di poco tempo a rimettere in moto un sistema culturale rimasto fermo per quasi due anni. E questo non è stato banale. In prospettiva, invece, restano da fare sostanzialmente due cose. Un ulteriore rafforzamento delle istituzioni culturali: stiamo vivendo una grande stagione di cambiamenti, il che richiede investimenti specifici, ma anche capacità di sinergie – come quella che ha condotto alla nascita del Sistema Museale -, anche con interlocutori nazionali e internazionali. In tal senso, il riconoscimento del Festival Monteverdi quale evento di rilevanza nazionale rappresenterebbe un elemento molto importante: ciò non dipende solo da noi, c’è un iter parlamentare. Secondo: accompagnare gli operatori locali in un percorso professionalizzante, per uscire dalla logica del solo volontariato ed attivare invece strutture e profili qualificanti».
Un plus, che il settore culturale comporta, è la necessità, ma anche l’opportunità di fare rete…
«Sì, un esempio per tutti: nella città di Cremona, in pochissimo tempo, sono stati creati nuovi musei, che hanno rafforzato il sistema complessivo. Per una città di dimensioni medio-piccole come la nostra, ciò rappresenta un’assoluta novità, in pochi hanno saputo fare altrettanto. Il coordinamento del comparto a questo punto diventa fondamentale, perché da soli non si cresce, si farebbe solo più fatica nel proporre attività armonizzate. Questo è un obiettivo che abbiamo costruito subito, i risultati iniziano a vedersi come crescita delle presenze nei musei, nei teatri, negli auditorium ed in città. Si tenga conto di come il Sistema Museale con l’allargamento al Museo diocesano sia stato istituito nemmeno un anno fa, si sta affinando e gli interlocutori dimostrano di riconoscere il processo (...)».
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