Green Food Week “il cibo amico del pianeta”. Anche nelle mense delle scuole dell’infanzia e primarie statali di Cremona saranno protagonisti i piatti a minore impatto ambientale. Il 16 febbraio, che è la giornata clou, verranno serviti solo menù senza carne con l’obiettivo di raggiungere una maggior consapevolezza sul peso che le nostre scelte alimentari hanno sul pianeta. Il Comune di Cremona anche quest’anno ha voluto aderire alla seconda edizione dell’iniziativa promossa da Foodinsider, l’osservatorio non istituzionale sulle mense scolastiche nato nel 2015 e composto da papà o mamme che mettono sotto la lente d’ingrandimento la qualità del servizio di refezione e la corrispondenza dei menù somministrati ai bambini con i parametri di sana alimentazione raccomandati dall’Oms. La produzione di cibo è tra i più importanti fattori che impattano sul cambiamento climatico, sulla perdita di biodiversità, sull’uso delle risorse idriche, sulla compromissione dei cicli dei nutrienti e sui cambiamenti dell’uso del suolo. La produzione di cibo è responsabile di un terzo di tutte le emissioni antropogeniche di gas serra e il settore zootecnico da solo del 15%, sfruttando quasi l’80% delle terre agricole del pianeta (dati IPCC e FAO). Il Comune di Cremona, attivo da molto tempo nella promozione di una alimentazione sana, equilibrata e sostenibile, ha deciso di proporre nelle scuole comunali (infanzia e nido) e in quelle statali (infanzia e primarie) un menù green per celebrare questa giornata. I cuochi hanno condiviso con la ditta Camst di proporre nelle scuole cittadine il seguente menù: insalata con uvetta e noci, focaccia integrale con burger di ceci e quinoa accompagnato da soianese e dolcetto. Mondo Padano ha incontrato Claudia Paltrinieri, fondatrice di Foodinsider.
Qual è il significato della “Green Food Week” che porterà a servire più di 100mila menù ecologici a bambine e bambini grazie a questa iniziativa virtuosa?
«La Green Food Week è un evento che propone di unire in una grande tavolata simbolica bambini e adulti di tanti Comuni dal nord al sud Italia, per consumare un pasto collettivo che contribuisce a un risparmio notevole dei gas serra emessi nell’atmosfera. È una grande occasione che ha l’obiettivo di diffondere informazione e creare consapevolezza sull’impatto che le scelte alimentari hanno sull’ambiente».
Quanto è importante sensibilizzare i bambini a prendersi cura del nostro Pianeta per garantire loro un futuro migliore?
«Quello che imparano i bambini a scuola influisce sulla cultura delle generazioni future, ma può avere anche un impatto sulla realtà di oggi. Basti pensare che la raccolta differenziata è partita nelle scuole e si è trasformata in un sistema adottato in ogni Comune. Così anche la conoscenza e la consapevolezza che quello che scegliamo di mangiare non solo ha un impatto sulla nostra salute ma può essere un’opportunità per contrastare gli effetti del cambiamento climatico è un sapere che deve contagiare le nostre abitudini alimentari. Ogni giorno è possibile compiere piccole azioni che contribuiscono alla salute del Pianeta e degli esseri viventi che lo abitano. Anche il nostro modo di mangiare deve farci riflettere sull’impatto che il cibo produce sui delicati equilibri. La commissione EAT-Lancet, composta dai 37 maggiori esperti mondiali di clima, salute e sostenibilità, propone un modello di alimentazione che restituisce l’idea che il consumo di prodotti animali debba essere ridotto al minimo, mentre il consumo globale di frutta, verdura, cereali, legumi e semi oleosi deve almeno raddoppiare rispetto alle abitudini attuali.
C’è un altro dato i grassi animali e gli oli tropicali (come burro e olio di palma), la carne rossa e quella processata (salumi, salsicce e wurstel), i dolci e i prodotti da forno a base di farina raffinata e zucchero che troviamo in cima alla piramide alimentare e negli spicchi più piccoli del piatto Lancet, sono meno salutari e causano un aumento delle emissioni di gas serra nell’atmosfera».
Quali sono gli alimenti amici del pianeta?
«Sono quegli alimenti che crescono in condizioni tali da richiedere poche risorse, e che contribuiscono ad arricchire la terra. Oppure sono quei cibi che vengono coltivati con tecniche produttive che preservano la fertilità dei suoli, come il biologico. Sono alimenti che si contrappongono a quei prodotti la cui produzione richiede tante risorse, inquina la terra, provoca l’emissione di molti gas serra, e che quindi contribuiscono al surriscaldamento del clima»...
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