Sergio Mattarella è il 13° Presidente della Repubblica Italiana. Succede a se stesso, dopo che sabato scorso il Parlamento lo ha confermato al vertice delle Istituzioni con 759 voti che ne fanno il secondo Presidente più eletto nella storia del nostro Paese, dopo Sandro Pertini.
E così, ieri pomeriggio, in un’Aula impavesata di Tricolori e impreziosita da drappi di velluto, con i banchi del governo tornati al loro posto dopo che la scorsa settimana quello spazio era stato occupato dalle cabine elettorali, Mattarella ha pronunciato, in piedi, la formula di riro: “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione”. In quel momento, la campana di Montecitorio ha risuonato e il cannone del Gianicolo ha sparato 21 salve di cannone: l’onore riservato ai capi di Stato. A seguire, il messaggio del presidente alla Nazione, interrotto ben 55 volte dagli applausi dei parlamentari che, anche simbolicamente, ha dato inizio inizio al Mattarella Bis.
Un discorso potente, la naturale conseguenza di quella richiesta d’aiuto che ha ricevuto dal Parlamento, e al quale non si è sottratto. Un energico messaggio a ritrovare il senso di responsabilità, dopo le divisioni che hanno attraversato le forze politiche la scorsa settimana, ad operare uniti per il bene comune e il bene del Paese.
«Non posso sottrarmi alla nuova chiamata, dobbiamo costruire l’Italia del dopo emergenza», ha detto il capo dello Stato ai grandi elettori che, prima di iniziare, si sono sottoposti al tampone e una dozzina di loro sono risultati positivi. Ricostruzione post-emergenza, reprimenda sulla giustizia, lotta alle disuguaglianze, unità del Paese, centralità del Parlamento: questi i temi principali che hanno caratterizzato l’intervento del capo dello Stato.
Accompagnato da Mario Draghi, Sergio Mattarella ha reso infine omaggio all’Altare della Patria con il cielo attraversato dalle Frecce tricolori. E, scortato dai Corazzieri a cavallo, a bordo della Lancia Flaminia presidenziale, il Presidente a fatto rientro al Quirinale per la cerimonia di insediamento. Poi, un colloquio di circa 40 minuti tra premier e capo dello Stato: il presidente del Consiglio ha presentato le dimissioni di cortesia al capo dello Stato che, da prassi, le ha respinte.

Redazione cronaca

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