Bloccare i licenziamenti, «affrontare una seria riforma degli ammortizzatori sociali e difendere l’occupazione», oltre a «trovare soluzioni condivise e positive alle tante crisi aziendali aperte». Sono queste le motivazioni principali dello sciopero indetto da Fim, Fiom e Uilm a livello nazionale, che in provincia di Cremona si è tenuto lo scorso 23 luglio. A fare il punto sul comparto metalmeccanico è Monica Tonghini, segretario generale Fim Cisl Asse del Po.
Che giudizio dà dello sciopero?
«Nei grandi gruppi è riuscito bene, ci sono state alte percentuali di adesione, mentre nelle realtà più piccole è un po’ più difficile fare un’analisi. Di sicuro, accanto alle due ore di sciopero indette, alcune unità produttive ne hanno aggiunto altre motivando la scelta e rimanendo sempre aderenti ai punti fermi dello sciopero nazionale. In particolare alcune aziende hanno portato a quattro le ore di sciopero, ponendo l’attenzione sul fronte della sicurezza, dato che nello stesso luogo di lavoro si erano verificati infortuni gravi»...
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