Castelfranco d’Oglio è una frazione del comune di Piadena-Drizzona a due passi dall’argine del fiume Oglio che scorre a poche decine di metri dall’abitato. Da qui, passa la ciclovia del Tonale, un percorso ciclabile di 280 km che, partendo dalla foce dell’Oglio fra i comuni di Marcaria e Viadana, raggiunge i 1883 metri di altitudine del passo del Tonale attraversando le province di Mantova, Cremona, Bergamo e Brescia. In questo piccolo borgo di nemmeno cento anime, sorge la Cascina del Merlo, un splendido casale dell’800 che, ristrutturato nei primi anni 2000 dal proprietario Giorgio Della Valle, è diventato l’agriturismo “L’Airone”. Da undici anni lo gestiscono Dario Stefani e la moglie Rossana Gilberti insieme al loro staff composto da due cuoche, una cameriera in sala e una signora che si occupa del servizio alle camere di cui dispone la struttura. Ci sono animali di bassa corte per la felicità dei bambini, un parco attrezzato che comprende una piscina, poi biciclette, anche elettriche, a disposizione dei clienti per escursioni nella zona. Insomma, tutto quello che può servire per un weekend di relax lontano dal traffico e dal frastuono della città.
Il titolare, Dario Stefani, ci illustra la genesi della struttura: «L’idea di partenza del proprietario era quella di creare un punto di ristoro per ciclisti e pescatori della zona poi, con un repentino cambio di direzione, è stato invece trasformato in un agriturismo più strutturato ed elegante. Io e mia moglie Rossana siamo subentrati nel 2010. Il nostro lavoro peculiare è quello di vivaisti e, a piante e fiori, abbiamo abbinato questa attività di ristorazione e soggiorno che ci sta dando grosse soddisfazioni. Il tutto si basa principalmente sull’ospitalità in agriturismo: abbiamo 13 camere più una suite cui, nel weekend, uniamo la ristorazione esterna tradizionale e soprattutto banchettistica, impostata su cerimonie ed eventi. Abbiamo anche una attrezzata sala congressi che può ospitare fino a 120 persone».

Ci parli dei vostri menù...
«Si basano su una lista di piatti tradizionali del territorio, rivisti però in chiave moderna e un po’ più raffinata, partendo comunque da prodotti a km. zero. Soprattutto per quanto riguarda frutta e verdura, abbiamo la fortuna di poterci fornire presso un orto biologico sito a poche centinaia di metri da qui. Reperiamo esclusivamente in zona anche le carni, perché teniamo molto all’aspetto di prossimità che poniamo alla base della nostra attività».

L’Airone al tempo del Covid?
«Alla luce della situazione attuale, il periodo ante Covid, va completamente rivisto! Sino al 2019 ci sembrava normale la gestione del ristorante in base alle prenotazioni: nella stagione che andava da aprile ad ottobre, era più la preoccupazione di accontentare tutte le richieste di prenotazione piuttosto che il pensiero di poter avere dei vuoti....


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Angelo Galimberti

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