Sulla Fiera di Cremona siamo alle solite. Se Coldiretti la pensa diversamente dalla maggioranza dei soci, ecco che riaffiorano considerazioni, commenti e invettive che già in passato avevano riempito i giornali provinciali.
Il commento del leader di Coldiretti Paolo Voltini è laconico. “E pensare che un anno fa Coldiretti, Libera, Confartigianato, Confcommercio, CNA ed Apindustria erano arrivati a mettere nero su bianco proprio alcune intese sulla Fiera di Cremona. Alla base di quel protocollo tutti avevano sottolineato la necessità di “condividere” per poter realizzare obiettivi comuni ed evitare i pasticci di questi ultimi anni. Coldiretti aveva invano ammonito i soci dall’affrontare una modifica statutaria che apriva la porta a nuovi azionisti/partners senza che se ne intravedesse nemmeno l’ombra, che cambiava la governance senza che se ne fossero ravvisate le necessità e così via. “Le nostre critiche - continua Voltini - anziché offrire l’occasione per un confronto, vennero ritenute anche allora pretestuose, sconsiderate, distruttive, e così via. Salvo poi, a distanza di pochi mesi, doversi rimangiare tutto, riconoscendo il fallimento di quell’operazione che aveva pure nominato un presidente ed un consiglio di amministrazione votato appena dal 40% degli azionisti”.
“Crediamo che quegli errori non abbiano insegnato molto - aggiunge il direttore di Coldiretti Mauro Donda - se è vero che improvvisamente (ndr in coincidenza con la temporanea sospensione di Paolo Voltini dalla presidenza di Coldiretti e di Consorzio Agrario) tra i soci privati è maturata l’urgenza di accelerare il rinnovo degli organi di Cremonafiere SpA, con un anticipo di un anno rispetto alla scadenza naturale del mandato. Ma la cosa più assurda è che si è anteposta l’elezione del nuovo consiglio, la spartizione di poltrone, alle indispensabili valutazioni sul futuro della Fiera. Andare a rinnovo senza aver elaborato e condiviso un piano strategico, senza dare un indirizzo preciso all’organo chiamato a gestire l’Ente è un’operazione contraria ad ogni logica d’impresa e ad ogni buonsenso”.
“La difficoltà dei sistemi fieristici di questi anni - prosegue Donda - l’evidente declino mostrato dalla Fiera di Cremona in questi anni, l’impatto di Covid-19 sul futuro di tutte queste manifestazioni avrebbero dovuto consigliare una seria riflessione e la condivisione di un piano e di una strategia per il futuro. Si è invece voluto dare priorità ai compensi ed alle poltrone, che valgono sei volte l’utile annuo della Fiera. Per questo chi accusa Coldiretti di disfattismo solo per non aver accettato di partecipare al banchetto….dovrebbe pensarci un po’ su, prima di criticare”.
“Se hanno deciso di andare avanti senza condividere con noi né i tempi e le modalità del rinnovo, né le necessità di un progetto - conclude Paolo Voltini - non si possono lamentare se poi non partecipiamo alla gestione. Viceversa, come soci ed azionisti, continueremo a dire la nostra e ad offrire il nostro contributo di idee e di stimoli per il futuro di un Ente che ci sta a cuore ma che senza uno slancio progettuale e senza nuove idee non può avere futuro. Chi pensa di tirare a campare sullo status quo, senza alleanze, senza investimenti e senza idee, confidando solo nell’intervento delle Istituzioni è semplicemente un illuso”.
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