Da sempre l’essere umano ha cercato nella tecnologia una risorsa per migliorare le condizioni di vita degli individui e diminuire l’importanza delle barriere fisiche, creando strumenti come gli occhiali o la sedia a rotelle che cambierebbero la vita delle persone.
Alcune raffigurazioni presenti su vasi realizzati nell’Antica Grecia e il fatto che lo stesso Filippo II di Spagna avesse a disposizione (nel lontano 1595) una sedia con delle ruote attaccate all’estremità delle gambe, ci sottolineano l’importanza che la sedia a rotelle ha avuto nella storia per riconquistare l’autonomia negli spostamenti.
Collegare dunque l’espressione “costretto su” alla realtà della sedia a rotelle o carrozzina (ma mai dire carrozzella) è del tutto sbagliato perché trasforma il mezzo che concede una maggior autonomia, ovvero la sedia a rotelle, in una barriera mentale, che in un certo modo costringe la persona che la utilizza a dover rinunciare al lavoro, alle relazioni o agli interessi personali, senza dimenticare che l’utilizzo di essa può venire anche da persone con una disabilità temporanea, come ad esempio il periodo di riabilitazione dopo un intervento ad una gamba...

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