Utilizzare al meglio i nuovi strumenti introdotti dalJobs Act, impiegare le risorse disponibili e fare rete attraverso un modello di governance efficace che metta a fattor comune le specificità dei soggetti coinvolti. Passare dalle politiche assistenziali a quelle attive richiede uno sforzo importante, anche e, forse, soprattutto di tipo culturale, dopo decenni dove le politiche assistenziali l’anno fatta da padrona. Ma il Jobs Act ha avuto il merito di rompere una situazione che si era ormai cristalizzata, allontanando sempre di più l’Italia dai Paesi più evoluti e al passo con un mondo del lavoro ormai profondamente cambiato. Ecco perchè il Reddito di Inclusione, la nuova misura permanente di contrasto alla povertà, in vigore dal 1 dicembre in sostituzione del Sia (sostegno per l’inclusione attiva) e dell’Asdi (l’assegno sociale di disoccupazione erogato dopo la Naspi), non rappresenta solo una riorganizzazione delle prestazioni erogate dallo Stato, ma un ulteriore rafforzamento (e incoraggiamento) di quelle politiche attive che rappresentano, per il nostro Paese, una sfida ancora tutta da giocare e da vincere...
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