"Credo che riusciremo a uscire da questo impasse se sapremo aprirci a nuovi mercati internazionali. L'appuntamento fieristico e' momento importante per confrontarci sulle modalita' per uscire da questa difficile fase congiunturale". Lo ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, intervenendo, oggi, alla presentazione delle Fiere zootecniche internazionali di Cremona.
Quattro settori riuniti in un unico appuntamento (Fiera internazionale del Bovino da latte, Rassegna suinicola di Cremona, Expocasearia e International Poultry Forum), dove si incontra la maggior concentrazione di attivita' e business nei settori del latte, della suinicoltura e dell'avicoltura a livello europeo. In Lombardia la produzione agroindustriale supera i 12,2 miliardi di euro e la sua componente agricola vale 7,2 miliardi (il 14,2 per cento del totale nazionale).
ATTESA PER TORNARE A CRESCERE - "C'e' una grande attesa per il rilancio dell'agricoltura e, in particolare, della zootecnia - ha detto Antonio Piva, presidente di CremonaFiere, oggi nel corso della presentazione -. Oltre che a contraddistinguerci per la convegnistica e l'aspetto espositivo, ci focalizziamo sull'aspetto economico: le aziende chiedono approfondimenti sui mercati e su come si muoveranno. Una domanda a cui e' difficile rispondere: anche se i segnali sono a volte positivi, ci si trova a vivere situazioni diametralmente opposte con le numerose flessioni nei diversi mercati". "Non possiamo prendercela con la politica - ha aggiunto Piva - sono i mercati che si muovono, a volte per gli effetti speculativi, che la globalizzazione non ha evitato. Abbiamo pero' l'orgoglio di produrre il meglio che c'e' a livello mondiale, l'agroalimentare italiano diventa trainante per il 'sistema Italia' e tutto il mondo ce lo invidia. Ringrazio l'assessore Fava per l'attenzione che ha per il mondo agricolo, e' sicuramente la persona che il nostro mondo si aspettava di trovare in questa fase".
INTERNAZIONALIZZAZIONE NECESSARIA - "L'internazionalizzazione sicuramente rappresenta uno sbocco concreto per le nostre fiere
e le nostre produzioni - ha aggiunto Piva -; sono sempre numerose le delegazioni dai diversi Paesi, cresce la presenza di operatori e visitatori esteri. I temi che tratteremo non potranno non essere ascoltati attentamente dalla politica, attesa con i suoi rappresentanti principali. Il prossimo mese saremo a Seul, per creare i contatti con realta' ormai strategiche per il nostro mercato. Il nostro mercato non ha
sbocchi. Vista l'importanza delle nostre Dop nel lattiero caseario a livello europeo dobbiamo trovare canali nuovi per promuovere le nostre produzioni. La sensibilita' che ho trovato in Regione Lombardia e anche nel 'nuovo' Ice rispetto alla forza che abbiamo con i nostri prodotti ci potra' aiutare, insieme ai consorzi e chi si occupa di esportazioni. I Tedeschi esportano il doppio di formaggio di quanto esportiamo noi, ma il loro target e' diverso da quello delle nostre Dop".
DIFFONDERE NOSTRO MODO DI FARE IMPRESA - "Le fiere rappresentano una sicura evoluzione per abbracciare tutto il comparto zootecnico in una fase di difficolta' - ha aggiunto Fava -. Credo che il taglio economico della fiera sia necessario, ci si trovera' a discutere in concomitanza a una serie di difficolta' che stanno caratterizzando il mercato, una situazione che si riflette a tutti i livelli. E' vero che il mercato e' responsabile ma e' anche vero che le risposte perche' questo mercato sia governato tardano ad arrivare. Credo che qualche responsabilita' qualcuno se la dovra' prendere prima o poi. Noi stiamo cercando soluzioni che rischiano di non essere sufficienti per recuperare il gap tra costi di produzione e margini di profitto. Forse riusciremo a uscire da questo impasse, se saremo in grado di aprirci a nuovi mercati. Nei prossimi mesi ci saranno iniziative esplorative che proietteranno il sistema fieristico in giro per il mondo, per diffondere un modo di fare impresa che e' proprio del sistema lombardo e del 'Made in Italy' in generale. C'e' sicuramente apprensione, l'auspicio e' che la rabbia del mondo agricolo resti ancora composta, ma la tensione e' alta. Abbiamo la responsabilita' di dare agli operatori del comparto la possibilita' di sviluppare il business e di confrontarci con loro su politiche di sviluppo condivise che possano essere utili e tempestive".
SERVE ATTIVITA' PROMOZIONALE FORTE - "Fiera di Cremona ha ragionato con noi su nuovi ambiti da esplorare - ha detto, in conclusione, l'assessore Fava - e sono stati individuati due target condivisi: la Corea del Sud, mercato di grande interesse, insieme al mercato statunitense. Nei prossimi mesi cercheremo di intercettare risorse, condividendo un progetto con le fiere, per vedere se sul piano dell'internazionalizzazione si puo' affermare un modello come quello della fiera di Cremona. La politica ci mette del suo, l'attivita' diplomatica ha influenza sui mercati, e noi saremo vicini al sistema fieristico cremonese, come agli altri soggetti locali, per sostenerli nell'affrontare le sfide internazionali anche attraverso eventi per operatori e buyer di settore. Lo spazio c'e', va conquistato in una logica non competitiva sul prezzo ma sulla qualita', dove ci siamo. Dobbiamo andare su quei mercati che possono permettersi il livello delle nostre produzioni e apprezzano il gusto italiano. Noi abbiamo un target di prodotti distintivi, a differenza dei Tedeschi, i cui prodotti si rivolgono a un target indifferenziato. Serve un'attivita' promozionale forte, e quello di Cremona e' un sistema fieristico in grado di supportare adeguatamente le aziende".
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