Il mercato italiano dell'industria cosmetica produce per gli imballaggi: 150.000 tonnellate di plastica; 1 Tonnellata di polipropilene emette in atmosfera 1940 kg di CO2, 1 Tonnellata di poliestere ne emette 3230, 1 Tonnellata di Pla (acido polilattico) ne emette 300 kg
Green Evolution presenta nell'ambito del Salone Green Chemistry Conference and Exhibition in programma a CremonaFiere dal 25 al 27 febbraio 2015, il primo set completo di contenitori per la cosmesi eco-sostenibili realizzati con bioplastiche: flaconi, vasetti e tubetti. Anche le etichette sono realizzate in bioplastica 100% di origine vegetale così come l’adesivo. Creme e detergenti naturali di cui l’Italia è un già un riconosciuto attore internazionale, hanno così trovato il loro complemento in linea con le indicazioni della Comunità Europea sulla riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi nei vari comparti industriali.
“Il progetto – dice Marco Benedetti di Green Evolution - è frutto di una idea della coop. Green Evolution, start up di Bolzano specializzata nella ricerca di soluzioni eco-compatibili per prodotti destinati al mass-market, che nel corso dell’anno 2014-2015 si è già distinta per aver presentato nel settore della ittica e ora dell’agroalimentare, una soluzione alternativa al polistirolo realizzata con tecnologia olandese a base di polypla, un biopolimero ottenuto da amidi vegetali. Il progetto cosmesi è invece una innovazione frutto di una lunga e complessa ricerca di Green Evolution tra i vari tipi di biopolimeri sviluppati dall’industria mondiale, adattati e trasformati alle specifiche esigenze dell’industria cosmetica e dei detergenti con la competenza di trasformatori italiani del settore. I materiali utilizzati sono privi di ftalati, bisfenoli e altri additivi tossici a volte contenuti nelle plastiche tradizionali. Un' alternativa altrettanto sicura e igienica al vetro, più leggera e, come il vetro, integralmente riciclabile.”
I bio-polimeri impiegati sono derivati da scarti di lavorazione agricola come canna da zucchero e mais, ma anche cellulosa come gli acetati. Per poter essere lavorati dall’industria della plastica, alcuni bio-polimeri sono stati mescolati creando bio-compositi biobased termoresistenti e termoformabili nelle stesse macchine da stampa altrimenti utilizzati per le plastiche tradizionali. I biopolimeri utilizzati provengono da Nord America, Asia e Europa e le etichette adesive dall’Italia, che si conferma comunque un Paese all’avanguardia nel settore delle bioplastiche.
Il progetto ha già raccolto l’attenzione di molte aziende produttrici di Biocosmesi, Centri Benessere specializzati in Italia e all’estero ed è stato approvato dalla ass. naz. Chimica Verde Bionet che lo presenterà a Cremona il prossimo 25 febbraio nel corso del seminario “La Chimica Verde e la Cosmesi” Le prime linee di prodotto cosmetico realizzate grazie al progetto di Green Evolution saranno disponibili sul mercato già nel corso del 2015.
La produzione di contenitori che utilizzano plastiche ottenute da coltivazioni agricole come canna da zucchero o mais o barbabietole contribuiscono ad assorbire molta Co2 rispetto alle plastiche di origine sintetica. Per produrre polietilene biobased per ogni tons di greenpe prodotto si contribuisce a rimuovere 2,5 T di Co2 dall’atmosfera grazie all’azione di pulizia dell’aria delle piante.
“Per la produzione di pla (acido polilattico) – dice Benedetti - si emettono in atmosfera per ogni T prodotta 300 kg di Co2 contro i 1940 kg di polipropilene e 3230 kg di poliestere, rispettivamente il 646% e 1076% in più del pla (fonte Natureworks). In termini di consumo di fonte fossile la produzione di pla è 3 volte inferiore a quella del polipropilene e 3,5 volte inferiore al poliestere.”
Alcuni dati (fonte Confindustria 2012)
Consumo di prodotti cosmetici:
Valore fatturato 9,6 miliardi di euro di cui il 95% prodotto in Italia di cui il 46% concentrati nei prodotti Corpo-Viso-Capelli.
L’87% venduti nei canali commerciali tradizionali il resto destinato al mercato dei professionisti.
Il 72% del totale fatturato è assorbito dal mercato femminile.
Il 31% della produzione italiana è esportata.
Prodotti per quantità :
importanti circa 212.000 T per 1.5 milioni €
esportati 422.000 T per 2.6.milioni €
Ne consegue che la produzione complessiva italiana di prodotti cosmetici dovrebbe essere uguale uguale a 1.560.000 milioni T di cui si stima che gli imballaggi in plastica rappresentano mediamente meno del 10% del peso complessivo cioè 150.000 Tonnellate
“Per il packaging: non ci sono stime riportate dalla ricerca di Confindustria circa il mercato degli imballaggi per cosmesi. Se si considera che – dice Benedetti - il mercato dei prodotti per l’igiene personale (shampoo ecc) rappresentano il 13,2% del mercato cioè circa 280.000 T; che l’87% è destinato ai circuiti di vendita tradizionali e che un prodotto probabilmente molto usato per gli shampoo è il tubetto da 250 ml in contenitore plastica che pesa per difetto 300 gr, vorrebbe dire che il mercato dell’igiene consuma da SOLO quasi 700 milioni di tubetti o flaconi ogni anno. E’ una stima per difetto essendo comprese nel peso complessivo di 280.000 T del solo settore shampoo e affini in vendita nel mercato al dettaglio anche flaconi da 75-100-200 ml che ne moltiplica sia il numero che gli scarti industriali di produzione. Il peso approssimativo di un tubetto flessbille di LDPE da 250 gr di polietilene con tappo è (bilancia alla mano) 30 gr. Se ne deduce potrebbero essere stati stati necessari 21.000 tonnellate di plastiche (pe o pp).
A questo dato vanno aggiunti i flaconi, i vasetti del restante 86,8% del mercato cosmesi con i rispettivi tappi e le etichette, anche se le grandi aziende stampano i testi direttamente sulla plastica. La stima è quindi di approssimativamente qualche decina di miliardi di contenitori per cosmesi prodotti ogni anno per il solo mercato italiano. Se i tubetti per cosmesi consumati in Italia fossero il biopolimero, come pla, la riduzione di Co2 emessa in un anno in atmosfera in Italia sarebbe di milioni di T di Co2. In ultima analisi le parole chiave per descrivere l’importanza dei contenitori in biopolimero biobased sono: sostenibilità e non biodegradabilità; riciclabilità e non momouso.”
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